Ambiente salubre. Cosa si intende e come si raggiunge un corretto livello di salubrità?
Quando si parla di ambiente salubre si intende un ambiente sicuro per la salute degli abitanti e in grado di migliorare la vita quotidiana delle persone che vivono e/o lavorano al suo interno, pertanto il concetto di salubrità è importante tanto negli edifici residenziali quanto in quelli lavorativi o di svago.
Il periodo di Pandemia, vissuto in questi ultimi anni, ha aumentato la sensibilità delle persone riguardo l’esigenza di un bene primario, la salute, che larga parte del mondo occidentale dava per scontato. Tutti abbiamo percepito la necessità di mantenere pulita e sicura l’aria, ma in generale salubre ogni ambiente: abitazioni private, luoghi pubblici, fabbriche, uffici.
In questo articolo, tratteremo il fattore Radon quale gas la cui presenza negli ambienti “indoor” può generare patologie polmonari che nel tempo possono assumere un aspetto grave per la salute.
Per tutto ciò è importante, nella fase di progettazione edilizia, valutare i materiali da costruzione, di finitura, le modalità esecutive, il tempo che vi si trascorre all’interno degli edifici stessi. Cosa più problematica invece, nei casi di ristrutturazione e risanamento di un immobile esistente, necessita effettuare interventi per il miglioramento e ottimizzazione della salubrità adattandoci alle condizioni dello stato di fatto dei luoghi.
Da tempo interessato al tema della salute ambientale, quest’anno mi sono formato quale Esperto Progettazione e Risanamento da Gas Radon indoor.
Ciò premesso ora ritengo di poter portare il mio contributo nella divulgazione ed informazione delle problematiche derivanti dalla vita degli esseri umani nelle proprie case e nei luoghi di lavoro. Ambienti a rischio Radon poco conosciuto ma ad alto rischio per la salute.
COSA E’ IL GAS RADON
Il Radon è un gas radioattivo naturale, inodore, incolore, insapore, prodotto dal decadimento dell’Uranio. Viene generato in alcune rocce, in particolare, lave, tufi, pozzolane, graniti, alcune rocce sedimentarie ecc. Negli spazi aperti raggiunge basse concentrazioni mentre raggiunge alte concentrazioni negli ambienti chiusi. Si diffonde dal terreno in ogni luogo e può essere valutato solo attraverso le misurazioni. gli strumenti di misura vanno collocati all’interno dei locali dove si soggiorno maggiormente. Le maggiori concentrazioni si riscontrano la notte e nella stagione invernale causa la presenza del riscaldamento indoor. I cd dosimetri passivi vengono installati per un periodo di almeno un anno con due rilevazioni semestrali preferibilmente uno estivo e uno invernale.
MODALITA’ DI RISALITA DEL GAS RADON
La presenza di gas Radon negli edifici è dovuta alla depressione che si viene a creare tra i locali abitati ed il suolo. Depressione dovuta dalla differenza di temperatura fra edificio e suolo, aperture quali, camini, finestre, lucernari, impianti aspirazione cucine, ecc. La differenza di temperatura produce un dislivello di pressione dal basso verso l’alto creando il cd effetto camino.
INGRESSO RADON DAL SUOLO: da crepe e fessure nelle murature, solai ecc. – giunti di costruzione – canalizzazione di impianti.
EMANAZIONE RADON DA MATERIALI DA COSTRUZIONE.
INGRESSO RADON ATTRAVERSO ARIA ESTERNA.
RADON LIBERATO DALL’ACQUA.
ORIGINE DEL RADON
Il Radon è un gas nobile radioattivo (che non si unisce ad altri elementi) incolore e inodore, generato da alcune rocce della terra in seguito al decadimento del Radio 226 che a sua volta è generato dall’Uranio 238. il Radon nel suo processo di decadimento si trasforma in altre sostanze radioattive dette “figli” quali Polonio 218, 214, Piombo214, Bismuto 214 che decadono emettendo particelle alfa. Se inalato dalle vie respiratorie è considerato molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa possono danneggiare il DNA e causare cancro al polmone.
PERCHE’ E’ UN RISCHIO PER LA SALUTE
L’aria che respiriamo contiene diverse sostanze tra le quali il gas Radon. che è generato continuamente dalla crosta terrestre. Da qui pertanto molti materiali da costruzione emanano in continuazione quantità di radon che se penetra negli edifici persiste e arriva ad alte concentrazioni. la pericolosità per la salute umana non deriva tanto dal Radon in sé, ma dal decadimento dei suoi “figli” che, essendo carichi elettricamente, si attaccano al particolato dell’aria penetrando nel nostro organismo dalle vie respiratorie. L’origine e la scoperta delle malattie riconosciute come cancro ai polmoni risale al XIX secolo in seguito alle misurazioni effettuate nella miniera di Schneeberg in Sassonia (Germania). Solo alla fine degli anni ’70 del secolo scorso iniziarono studi appropriati che dimostrarono la presenza del gas Radon nelle abitazioni e che potevano raggiungere alti livelli di concentrazione indoor. L’esposizione al radon è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta.
LINEE GUIDA INAIL: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbl-il-radon-in-itali-quaderno.pdf
ALCUNE SOLUZIONI
L’importante è garantire la ventilazione degli ambienti e poi impedire e/o limitare l’ingresso del Radon. Nelle nuove costruzioni le soluzione sono più efficaci e i costi sono relativamente contenuti, mentre nei casi di risanamento occorre valutare caso per caso e definire gli interventi che si ritengono più efficaci. una volta terminati i lavori occorre procedere con adeguate misurazioni di concentrazione per verificarne l’efficacia.
AERARE: è una soluzione necessaria ma provvisoria, efficace se la concentrazione di Radon sia inferiore a 1.000 Bq/mc. Per valori maggiori occorrono altri tipi di intervento.
NELLE NUOVE COSTRUZIONI: in fase di progettazione occorre verificare la natura del terreno, se presenta alta concentrazione di Radon, se si trova in zona pianeggiante o in pendio, la presenza di eventuali faglie, eventuale presenza di un fiume. Meglio se abbiamo terreni argillosi e/o compatti che garantiscono una minore presenza del gas. Di norma si prevede la posa di uno strato impermeabile prima della piastra di fondazione che viene poi risvoltata su tutte le pareti esterne del cantinato. Anche la posa di un vespaio può essere una ottima soluzione se vi è la possibilità di creare una via di fuga all’esterno all’edificio. Molta attenzione va tenuta in caso di terreni vulcanici, graniti, tufo.
Nella progettazione fare molta attenzione ai locali interrati, seminterrati e piani terra che sono i più soggetti alla presenza del Radon. Particolare attenzione occorre nella realizzazione di impianti, acqua e gas, le condotte devono essere collegate dall’esterno e non dai pavimenti. Lo stesso dicasi per l’impianto elettrico. si consiglia la sigillatura con materiali elastici.
Favorire impianti di aerazione per evitare formazione di depressione. La depressione aumenta in presenza di finestre aperte sul lato dell’edificio protetto dal vento, ventilazione dei bagni e cucine, presenza di camini. Un buon impianto di condizionamento con ricambio d’aria di norma si riduce la concentrazione di Radon.
La realizzazione delle fondazioni possiamo prevederla in due soluzioni:
- FONDAZIONE A PIASTRA
- si ottiene mediante il getto di una piastra generale in calcestruzzo di almeno cm 30, le murature perimetrali dovranno essere realizzate in calcestruzzo spessore minimo cm 30. Occorre fare molta attenzione alle riprese di getto.
- FONDAZIONE A STRISCE
- in alternativa alla piastra si può realizzare un vespaio aerato o con la posa di tubi di drenaggio su strato di ghiaia. Sarà necessario, in questo caso, creare uno strato di ghiaia anche contro le pareti esterne.
RISANAMENTI
Nei casi di interventi in edifici esistenti occorrerà innanzitutto verificare l’entità di concentrazione di Radon negli ambienti, valutare il tipo di costruzione e i materiali adottati. In questi casi bisognerà affidarsi ad un Esperto di risanamento che programmerà una serie di interventi dai più semplici ai più invasivi per controllare nel tempo la loro efficacia e i miglioramenti ottenuti.
Entriamo nel dettaglio di alcune tipologie di interventi prevedibili:
- aperture in ambienti interrati – l’ingresso del Radon si ha per il cd effetto camino in conseguenza della depressione che si viene a creare nella parte bassa dell’edificio. Un accorgimento utile è quello di tenere socchiusa una finestra oppure creare una ventilazione nel muro del locale;
- la presenza di crepe, fessure e/o fughe vanno eliminate mediante l’applicazione di isolanti efficaci;
- in presenza di terreno naturale in cantina, dovendo cambiare la pavimentazione, è consigliabile realizzare un sottofondo in ghiaia con una tubazione a serpentina per formare un drenaggio con installazione di un estrattore;
- nei casi di elevate concentrazioni di Radon (>1.000 Bq/mc) si prevede l’aspirazione dell’aria dal sottosuolo installando un pozzetto nel pavimento del locale, possibilmente in un punto centrale dell’edificio ovviamente nel punto di attacco a terra. nel caso non si possa collocare il pozzetto all’interno dei locali si potrà installarlo all’esterno, in prossimità dell’edificio, avendo cura di posare una tubazione preforata, preferibilmente a livello di sottofondazione e che arrivi allo strato sottopavimento almeno di metri 1,00;
- l’aspirazione dell’aria può avvenire anche creando una intercapedine, in caso di rinnovamento del pavimento, realizzando anche una contro parete minima per allontanare il gas Radon all’esterno. intervento da evitare se nel locale vi è presenza di stufe a legna, caminetti, stufe a gas, senza che vi sia una sufficiente ventilazione.
- sovrappressione – in sostituzione della forma di depressione si può fare in modo di originare una sovrapressione all’interno dei locali mediante ventilatori. Il locale interessato però deve essere isolato, con guarnizioni alle porte e finestre. Il metodo è abbastanza semplice ed economico ma richiede molta attenzione ai residenti che devono fare attenzione affinché le porte sia sempre ben chiuse ad ogni passaggio.
COME MISURARE IL RADON
Il Radon, come già detto, è un gas inodore, incolore e insapore quindi non è possibile avvertirne la presente in una edificio. di conseguenza pertanto si rende necessario eseguire delle misurazioni del livello di Radon in aria mediante adeguati metodi di misura.
Le misurazioni vengono effettuate mediante dosimetri che si distinguono in due tipologie: dosimetri passivi e dosimetri attivi.
Strumentazione di tipo attivo e passivo.
Le misurazioni della concentrazione media annua del radon sono effettuate da servizi di dosimetria riconosciuti. I requisiti minimi dei servizi di dosimetria sono riportati al comma 5 dell’allegato II del D.lgs. 101/20. I soggetti che svolgono attività di servizio di dosimetria individuale e quelli di cui agli articoli 17, comma 6, 19, comma 4, e 22, comma 6, del D.lgs. 101/20 devono essere riconosciuti idonei istituti previamente abilitati.
Nel procedimento di riconoscimento si tiene conto dei tipi di apparecchi di misura e delle metodiche impiegate.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con i Ministri dello sviluppo economico, dell’interno e della salute, sentiti l’ISIN, l’Istituto di metrologia primaria delle radiazioni ionizzanti e l’INAIL disciplinano le modalità per l’abilitazione dei predetti istituti, tenendo anche conto delle decisioni, delle raccomandazioni e degli orientamenti tecnici forniti dalla Commissione europea o da organismi internazionali.
Sono considerati istituti abilitati l’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) e l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro)
DOSIMETRO PASSIVO
La misura della concentrazione del gas radon in aria può essere effettuata con l’ausilio di dosimetri passivi, basati sull’impiego di film o polimeri sensibili alle radiazioni alfa, mediante canestri a carbone attivo o mediante elettreti con analisi del potenziale di scarica.
Dosimetro a tracce CR 39.
Lo strumento di misura più opportuno per rilevazioni di lungo periodo (generalmente un anno) è il cosiddetto dispositivo o dosimetro passivo.
I dosimetri passivi sono di piccole dimensioni e non necessitano di alimentazione elettrica; essi forniscono un valore medio della concentrazione di radon in aria nel periodo di esposizione (detto anche periodo di campionamento). I dosimetri sono costituiti da un contenitore di materiale plastico, che ospita un elemento sensibile al radon (rivelatore a tracce o elettrete).
Questi strumenti non emettono alcuna sostanza o radiazione.
I dosimetri possono essere collocati in un locale, ad esempio appoggiati sulla superficie di un mobile, su una mensola, etc., per un determinato periodo di tempo, al termine del quale vengono restituiti al laboratorio per l’effettuazione dell’analisi.
Schema grafico indicativo per il posizionamento dei dosimetri passivi:
Il dosimetro deve essere posizionato sopra un mobile o una mensola. Nelle abitazioni si consiglia di misurare due locali diversi, per esempio una stanza da giorno e una camera da letto, al fine di acquisire conoscenza sulla distribuzione del radon.
I dosimetri si installano normalmente uno per locale, ai piani interrati, seminterrati o piano terra, nelle abitazioni. Eventualmente nei piani alti se sono presenti scale interne.
Nei luoghi pubblici come ad esempio le scuole l’ideale è disporli per ogni aula, oltre la segreteria, e comunque in tutti i vani con uso continuato. Se la scuola ha un numero elevato di aule (per ragioni di spesa) si potrà iniziare con una prima rilevazione in aule tipo e se i risultati dovessero essere elevati considerare anche le altre aule al medesimo rischio.
Negli ambienti di lavoro si può adottare lo stesso metodo.
In via ordinaria sarebbe corretto fare rilevazioni in tutti i locali, in considerazione del fatto che i lavoratori sarebbero esposti a rischio radon.
DOSIMETRO ATTIVO
La strumentazione attiva (ossia con alimentazione elettrica) si utilizza per misurazioni di breve durata (screening) e per monitoraggi in continuo al fine di analizzare l’andamento della concentrazione di radon nel tempo, ad esempio per pianificare interventi di bonifica in edifici con elevati valori. Per un risultato piuttosto attendibile si consiglia un periodo non inferiore a tre settimane.
La strumentazione attiva misura direttamente il gas radon e si utilizza durante le azioni di bonifica oppure per valutare l’andamento del radon nel tempo. Questi strumenti possono fornire altre utili informazioni come la variazione di pressione, la temperatura e il tasso di umidità.
COSA DICONO LE NORME
La normativa italiana e riferimenti europei
Il D.lgs. 101/2020, in vigore dal 27/08/2020, in attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, ha introdotto disposizioni per il controllo della presenza di gas radon nei luoghi di lavoro determinando livello di azione pari a 300 Bq/mc, mentre per quanto riguarda nelle abitazioni prevede i seguenti livelli:
- livello di azione pari a 300 Bq/mc nelle abitazioni costruite prima del 31/12/2024;
- livello di azione pari a 200 Bq/mc nelle abitazioni costruite dopo il 31/12/2024;
D.lgs. 81/2008 – Sicurezza ambienti di lavoro.
L’articolo 180, comma 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 è sostituito dal D.lgs. 101/2020 come previsto all’art. 244 come segue.“La protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti è disciplinata, nel rispetto dei principi di cui al titolo I, dalle disposizioni speciali in materia».”
IL GAS RADON IN ITALIA E IN LOMBARDIA
Le mappe nazionali, le concentrazioni e la normativa di riferimento europea e italiana nei luoghi di lavoro e ambienti residenziali
La media annuale nazionale della concentrazione di radon è risultata pari a 70 Bq/m3, superiore a quella mondiale che è stata stimata intorno a 40 Bq/m3. Nel 4,1% delle abitazioni si è misurata una concentrazione superiore a 200 Bq/m3, e nello 0,9% una concentrazione superiore a 400 Bq/m3.
In Italia sono state effettuate, nell’ambito di campagne di misura condotte da enti ed istituti pubblici, misure della concentrazione di radon in più di 50 000 edifici, tra abitazioni (circa 36 000), scuole (circa 8 300) e luoghi di lavoro (circa 7 500), distribuiti su tutto il territorio nazionale.
In considerazione che il mio studio opera in regione Lombardia ho ritenuto utile aggiungere quanto rilevato dall’ARPA – Lombardia con i dati caratteristici della medesima nel contesto radon.
In Lombardia sono state svolte, nel corso degli anni, diverse campagne di misura su scala regionale, in collaborazione tra ARPA Lombardia, Direzione Generale Welfare e Aziende per la Tutela della Salute (ATS).
Le campagne condotte fino ad oggi hanno coinvolto circa 3900 punti di misura in 551 comuni (1/3 circa del totale dei comuni lombardi), in locali al piano terra. Ulteriori dati sono disponibili per ambienti situati a piani differenti.
La concentrazione media annuale misurata varia da 8 a 1793 Bq/m3.
La distribuzione dei dati è caratterizzata da una media aritmetica pari a 137 Bq/m3 e da una media geometrica pari a 89 Bq/m3. L’8,1 % dei locali misurati presenta valori di concentrazione media annua di radon indoor superiori a 200 Bq/m3 e il 3,6% superiori a 300 Bq/m3.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI: https://www.arpalombardia.it/temi-ambientali/radioattivita/il-radon/
GLOSSARIO
Bequerel (Bq): Unità di misura del decadimento radioattivo. 1 Bq è uguale a una disintegrazione radioattiva al secondo (trasformazione di un singolo nucleo atomico in un secondo).
Bequerel per metro cubo (Bq/m3): Unità di misura del decadimento radioattivo in un mezzo gassoso (es. aria). Rappresenta il numero di disintegrazioni radioattive che si verificano in un secondo in un metro cubo.
Decadimento radioattivo: Processo di trasformazione del nucleo che comporta emissione di radiazione. Determina la trasformazione di un elemento chimico in un altro. I nuclei soggetti a decadimento radioattivo sono detti instabili o radionuclidi. Il decadimento radioattivo si misura in Bequerel.
Isotopo: Forma alternativa di un elemento chimico. Gli isotopi di un elemento chimico differiscono tra loro per un differente numero di neutroni contenuto nel nucleo pur avendo lo stesso numero di protoni. La maggior parte degli elementi presenti sulla Terra è in realtà una miscela di due o più isotopi.
Isotopo radioattivo: Isotopo instabile che, a seguito di decadimento radioattivo, si trasforma nell’isotopo di un elemento differente emettendo radiazione.
Particella α: Nucleo di elio (2 protoni e 2 neutroni) con potere ionizzante nella materia attraversata. Ha carica elettrica positiva e interagisce quasi immediatamente con l’ambiente circostante.
Radioattività: Capacità che hanno alcuni elementi chimici di emettere radiazioni ionizzanti a seguito di trasformazioni strutturali dei loro nuclei atomici.
Radioattività naturale: Emissione di radiazioni dovuta a trasformazione spontanea dei nuclei di alcuni elementi chimici naturalmente presenti nelle diverse matrici (rocce, suoli, acqua, aria).
Radon: Gas nobile (numero atomico 86) radioattivo (emette radiazioni α) incolore ed inodore generato continuamente in modo naturale da alcune rocce della crosta terrestre. Esistono tre isotopi del radon, derivati da differenti catene di decadimento radioattivo: radon 219 (219Rn, detto actinon), radon 220 (220Rn, detto thoron) e radon 222 (222Rn) Il radon decade trasformandosi in elementi detti “figli” del radon e anch’essi radioattivi. Il radon ha un’emivita di 3,82 giorni.
Radon indoor: Radon presente negli ambienti confinati (ambienti indoor). Si tratta generalmente di edifici adibiti ad abitazione, a luogo di lavoro o a vita comunitaria (scuole etc.).
Raggi gamma: radiazioni elettromagnetiche prodotte dal decadimento radioattivo, con frequenze superiori a quelle dei raggi X e pertanto tra le più pericolose per la salute dell’uomo.